Edoardo, l’allergia alla parietaria e i cimarrichi

Aaaah la primavera! Quel momento tanto atteso perché carico di nuova vita, di quella rinascita di cui abbiamo davvero bisogno allo scadere di un lungo inverno. La luce del giorno cambia e con lei anche il paesaggio. Gli alberi che fino a qualche settimana prima oscuravano le case, ormai filtrano una splendida luce abbagliante. Il sole comincia a fare capolino piano piano dalle finestre e a riscaldare i muri in pietra.

Aaaah la primavera! Edoardo non l’aveva mai vista così lussureggiante. D’altronde non gliene si poteva fare una colpa: non aveva mai passato i mesi primaverili in Puglia. Rimase folgorato dalla quantità di cambiamenti quasi impercettibili nell’aria e dallo splendore delle giornate che si allungano. Le rondini finalmente si affacciavano nel cielo e cinguettando la loro delicata melodia lo richiamavano in giardino. Aspettare i suoi amici per una partita a pallone in cortile era diventato un piacere, con l’aria satura del profumo di gelsomino.

Aaaah la primavera! In quei pomeriggi di maggio, la vecchia quercia e l’ulivo secolare facevano da perimetro alla porta verso la quale calciare. Il numero di pallonate schivate dal fragno però non eguagliava neanche di un decimo la quantità di starnuti che il povero Edoardo cercava di contenere a fatica. Da quando era iniziata la primavera infatti, tra occhi rossi e prurito a naso e palato, il ragazzo non riusciva a centrare con la sua solita precisione la porta, per buona pace degli amici Pietro e Michele, entrambi un po’ meno sportivi. E più passava tempo all’aperto e più gli si arrossavano gli occhi. E più gli si arrossavano gli occhi e meno sentiva i suoi piedi sicuri con il pallone.

Aaaah la primavera! Tanto bella e tanto dannata da chi soffre di allergia. I genitori di Edoardo lo scoprirono così, tra uno starnuto e una corsa nei campi alla quale il ragazzino non poteva rinunciare. La diagnosi del medico fu presto fatta: allergia a graminacee e parietaria.

E mentre Alberto ed Elisa non si davano pace davanti alla lista di medicinali – si procedeva a tentoni, facendo prove di dosaggi più o meno forti, ma spesso con scarso successo – suggeriti dal dottore, Nonna Pina metteva in opera la sua conoscenza del mondo. Un decotto con bacche di rosa canina, raccolte in tempi non sospetti, avrebbe fatto al caso di Edoardo e della sua terribile allergia. Per un po’ l’intruglio faceva il suo effetto, ma a lungo andare tutto tornava come prima. Finché un giorno, a seguito delle numerose lamentele del giovane, Pinuccia non sbottò tutto d’un fiato: “E vabbè Edoà, che dobbiamo fare, non c’è molta scelta: deve passare il periodo dei cimarrichi!”.

Ora, difficile spiegare bene ad Edoardo che per la Nonna Pina, il periodo cosiddetto “dei cimarrichi” – o lumache di terra, per dirla in italiano – è quel momento nella stagione primaverile in cui le lumache escono allo scoperto e cominciano il loro peregrinare, dando il via alla primavera vera e propria.

Una cosa è certa: Edoardo si è dovuto arrendere all’idea di segnare meno in porta quando gioca con gli amici. E questo, dai, questo si può fare. Aaaah la primavera!

 

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