Tinto: “Mi sento pugliese e toscano. Quest’estate sono pronto a tornare su RaiUno”

Nicola Prudente, in arte Tinto, già il nome rivela le sue origini pugliesi che spesso vengono tradite dall’ inflessione tipicamente toscana. Mamma di Mesagne e papà di Bari, la Puglia lo vede nascere e ancora in fasce si trasferisce con la famiglia a Pistoia, frequenta l’Università a Milano e  poi il trasferimento a Roma. In lui convivono due anime, una toscana e l’altra pugliese, il cibo e il vino sono passioni ereditate dai nonni che lui ha trasformato in un lavoro. Il Negroamaro scorre nelle sue vene e il piacere della tavola è un valore che ama condividere con chi vuole bene. Uomo moderno, padre amorevole e marito innamorato, dinamico e vulcanico a noi di Pugliosità ha raccontato i suo progetti lavorativi futuri, svelandoci un pizzico del suo privato.

A sentirti parlare non si direbbe che sei pugliese e invece è così, vero?

Yes, rispondo in inglese perché mi sento un blend, per restare in tema vino, sono nato a Mesagne il 12 settembre del 1976, mia mamma è di qui mentre mio padre è originario di Bari quindi direi che sono super autoctono. I miei genitori per seguire il loro lavoro quando ero ancora neonato si trasferirono a Pistoia, in Toscana, fino ai miei diciannove anni ho vissuto lì. Si sente mentre parlo l’accento toscano ma le sonorità pugliesi le conosco bene. “ C’n g’na ma scì, sciamanin, c’nan g’na ma scì, nan g’n si’m scin.” E come vedi le parlo anche, questo per citare un detto delle parti del mio papà. Da Pistoia mi trasferisco a Milano per frequentare l’Università in Scienze della Comunicazione, oggi vivo e lavoro a Roma ed ho sposato una moglie venezuelana.

Com’è avvenuto l’incontro tra te e il mondo del vino?

Vengo da due terre dall’enogastronomia eccellente, la Toscana e la Puglia, che sono tra le regioni italiane dove si gode nel piatto e nel bicchiere. Ora è di gran moda ma io sono cresciuto d’estate con i rosati pugliesi e mio nonno a fine pasto amava metterci una fetta di pesca all’interno del suo bicchiere. Quando sono a tavola con gli amici spesso propongo di bere un vino rosato e dopo la diffidenza iniziale tutti lo apprezzano. Il lavoro parte sempre dalle passioni, infatti, non avrei mai potuto seguire la carriera militare perché nessuno ne faceva parte della mia famiglia. A casa sono cresciuto con l’idea del buon cibo e del buon vino, la tavola era un momento sacro di condivisione. La mia famiglia ha contribuito a far crescere in me la passione per il mondo del vino e poi io ho fatto il resto. Dopo la laurea ho ideato con Federico Quaranta un programma radiofonico: “Decanter” un modo semplice, nuovo e diverso per raccontare e parlare di vino e la cosa ha funzionato.

Quali sono le caratteristiche toscane e pugliesi che convivono in te?

Nelle mie vene scorre sia il Negramaro che il Sangiovese toscano, dalla Toscana ho ereditato questo spirito burlone e dalla battuta sempre pronta tipica della gente di questa terra, invece della Puglia ho i valori tipici del Sud come l’attaccamento alla famiglia e avendo sposato una venezuelana ho una visione più internazionale. Chissà in futuro la mia vecchiaia dove mi porterà, forse tornerò in Puglia..

Che papà sei?

Sono un papà tipico del Sud attaccato alla sua famiglia con i miei figli, Eleonora e Davide, sono attento alla loro crescita, alla loro alimentazione e sono contento nel vederli crescere arricchiti da stimoli pazzeschi. Sono un papà molto giocherellone e mio figlio mi dice sempre che non dimostro l’età che ho. La mia famiglia d’origine mi ha fatto crescere in un clima sereno e questo è quello che voglio vivere anche nella mia.

Qual è la tua paura più grande?

Che possa accadere qualcosa di brutto ai miei figli, spesso questo pensiero mi entra in testa ma cerco di scacciarlo perché come si dice: “Se una roba la pensi allora l’attrai”.

Programmi per quest’estate?

Sto lavorando a un nuovo programma televisivo, su RaiUno, che parlerà di turismo ed enogastronomia, racconteremo tanto anche della Puglia. Un nuovo progetto che si chiamerà “Camper” e sarà un bel viaggio. Per quest’estate quindi niente vacanze, dopo un lungo periodo di stop, dove anche il mio lavoro ha subito una frenata ora è giusto ripartire e riprendere da dove ci eravamo lasciati.

Se chiudi gli occhi a quale immagine, profumo o piatto pugliese pensi?

Alla frisella, che fa parte della mia infanzia e se chiudo gli occhi ricordo ancora il sapore di quel pomodoro e dell’origano, che se li compri al supermercato non hanno lo stesso profumo. Il gusto della frisa che mi preparava la mia nonna non l’ho più ritrovato è un cibo semplice che ti rende felice.

Che marito sei?

Con mia moglie Barbara andiamo molto d’accordo, lei è venezuelana ma con origini italiane, i suoi nonni erano dell’Isola d’Elba. Abbiamo litigato pochissime volte forse solo in un periodo un po’ strano che abbiamo vissuto a causa di alcuni problemi legati al suo lavoro. Mia moglie è la mia complice, mi è vicina nel mio lavoro, che non è affatto facile, ed è una donna costruttiva.

 

 

 

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