“Ti sblocco un ricordo”, Nonna Pina e i Nardini continuano a rivelare sorprese

Una volta passato il trambusto delle festività di Carnevale, degli scherzi e della sfilza di dolciumi e ghiottonerie che viravano dal dolce al salato, si presentava – come in ogni famiglia che si rispetti – la questione della Quaresima e della preparazione alla Pasqua. Tutte ricorrenze che Nonna Pina teneva in gran considerazione (in Puglia il tempo si scandisce seguendo un rigido calendario alimento-religioso).

E se “A Carnevale ogni scherzo vale”, in casa di Pinuccia la fine del periodo di scherzi e maschere aveva portato molta indolenza, e con quella non si scherza mai. Che sia stato per la tavola perennemente imbandita che in quei giorni accoglieva i commensali o per l’indigestione di cartellate fresche preparate a regola d’arte, come tradizione comanda, sta di fatto che, in casa, la flemma si percepiva in ogni movimento, per lo più involontario. Se non fosse stato per la vigorosa anziana che, al suo solito, faceva avanti e indietro, il ritmo dei Nardini si sarebbe potuto definire “lento andante”.

Così, l’anziana signora prese in mano la situazione nel modo che meglio la contraddistingueva e ordinò letteralmente al povero Edoardo – che ancora si leccava i baffi dallo zucchero a velo – di ripulire tutta la soffitta da cima a fondo. Qualsiasi cosa pur di non ritrovarselo tra i piedi a perdere tempo. Il ragazzo, anche se controvoglia, non poté far altro che accettare senza discutere.

Una volta salito in soffitta e smistato tra i cartoni dei vecchi costumi di Carnevale e quelli delle lucine e dei personaggi del presepe – opportunamente contrassegnati da Elisa con la scritta NATALE – il ragazzo si soffermò di nuovo sullo scatolone dei ricordi che indicava con il pennarello nero la scritta in stampatello “FOTO”. Edoardo non seppe resistere e tirò giù il primo cartone. Oltre ad essere impolverato era anche piuttosto pesante: Edo si sbilanciò con la schiena e lo scatolo gli cadde addosso, rivelando parte del suo contenuto. Oltre ai diversi album con foto ingiallite, si staccarono dal gruppo di immagini buttate lì alla rinfusa anche un paio di foto incollate insieme dal tempo, quasi sbiadite. In quella appiccicata in fondo riconobbe Nonna Pina, a braccetto con Nonno Biagio, l’amore della sua vita, che se la ridevano insieme ad un giovane baffuto e dal capello perfettamente impomatato. I tre sembravano molto in confidenza e ad Edoardo sembrava un viso conosciuto. Così scese incuriosito dalla soffitta con quella foto chiedendo a Pinuccia se anche lui aveva già visto quel signore.

“Neeee, quello è zì Rurucc’, O’ MOFALLEN che non passa a trovarci! Dovremmo invitarlo per Pasqua!”. Edoardo si pentì, pensando di aver sbloccato un ricordo di un parente di cui si è persa la traccia negli anni. Al solito, toccò ad Elisa svelare l’identità del misterioso giovane baffuto che altri non era se non Zio Sergio, amico di lunga data della famiglia, passato a trovarli prima del capodanno, cioè prima dell’anno scorso… o’ mofallen insomma!

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