ll verde del prato sulla costa che si apre verso il mare, il bianco degli ombrelloni che sa di Puglia, l’azzurro delle acque cristalline di Torre Canne. E’ stato il primo a portare i colori del benessere in un tratto di costa che oggi è tra i più amati (ed esclusivi) della regione, ma che, non troppo tempo fa, era tra i più degradati.
Il Santos è il lido storico della terra di Fasano. Lì dove una volta c’era solo traffici poco leciti, oggi splende il sole della bellezza. La scaletta che scende al mare sorge nello stesso punto dove 20 anni fa i trafficanti scaricavano le sigarette. Dal letame nascono i fiori.
Fabrizio Santorsola ci credeva, ci ha creduto con coraggio, determinazione e forse anche po’ di sana incoscienza che guida gli imprenditori lungimiranti. Fu un visionario in un periodo in cui nessuno ci avrebbe scommesso. E in un terra da dove tutti volevano fuggire lui invece decise di insediarsi. Il tempo gli ha dato ragione.
Era il 1999 quando il lido ha aperto, nello stesso anno, poco più in là, verso Savelletri, un’altra struttura decideva di scommettere, il san Domenico. Sono loro i primi ad aver aperto la strada a una stagione florida che oggi attira imprenditori di ogni parte del mondo. Vedi Briatore e vedi il Twiga.
«Oggi tanti vengono e prendono i frutti di oltre 30 anni di battaglie nostre, della caparbietà di alcuni che sono partiti prima degli altri e ci hanno creduto – dice Santorsola –. Ora è facile aprire una struttura qui e riempirla, ma negli anni in cui lo abbiamo fatto noi ci scambiavano per pazzi».
Quello che oggi è diventato il Santos un tempo era la casa di villeggiatura della famiglia Santorsola. Fabrizio ci passava le estati con i genitori ed è stato subito amore. Di Fasano, t’innamori, dicono da queste parti. Per questo ha deciso di investire. Non è stato facile, ci sono voluti 15 anni di ricorsi al Tar, ma non si è mai arreso e nel 1999 è riuscito ad inaugurare il lido. Nello stesso periodo in cui la guardia di finanza, con l’operazione Primavera, dava il primo colpo mortale al contrabbando.
Il nome, Santos, deriva da una storpiatura del cognome Santorsola ed evoca la Grecia. Il lido rispecchia, infatti, le caratteristiche di una taverna ellenica, memoria di un amore che l’imprenditore ha sempre avuto per Corfù. Ha l’aspetto di un locale anni ’50 costruito nel rispetto assoluto dell’ambiente. Non c’è un grammo di cemento, le passerelle sono realizzate con legni recuperati. E’ anche il primo lido completamente ecosostenibile in Italia: dalla raccolta e il riutilizzo delle acque piovane, al trattamento delle acque reflue per irrigazione sotterranea, all’assenza di campi elettromagnetici, all’uso esclusivo di vernici non tossiche: «Abbiamo dimostrato che si può rispettare l’ambiente, ma erogare servizi di livello alto», precisa Santorsola.
Il Santos ha anche una DoggyBeach, la prima vera spiaggia dog friendly del Sud Italia, la seconda ad essere creata in tutta Italia (dop Fregene). Una delle pochissime aree affacciate sul mare, oggi presenti in Puglia, a cui si accedere in compagnia degli amici a 4 zampe: un’esperienza altrimenti vietata dalle leggi italiane in spiagge libere e stabilimenti balneari non autorizzati. La zona, separata dal resto del lido, è attrezzata con 35 ombrelloni.
Il cane può tuffarsi e nuotare lungo la scogliera, correre e giocare senza guinzaglio in un’area recintata – adiacente alla spiaggia – di oltre 3 ettari, e seguire il padrone ovunque al guinzaglio, anche per un caffè al bar o un pranzo al ristorante. Inoltre, ci sono docce dedicate e per qualsiasi emergenza può intervenire una struttura veterinaria locale a prezzi convenzionati. Non a caso, la DoggyBeach del Santos è stata premiata più volte dal ministro del Turismo come spiaggia Animal Friendly e dall’OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali – per le funzionalità della struttura.
L’ingresso alla DoggyBeach è aperto ai cani di qualsiasi razza e dimensione, iscritti all’anagrafe canina e in possesso di certificato sanitario. Per entrare nell’area è necessario firmare per approvazione il regolamento di accesso che vieta ad esempio l’ingresso a cani aggressivi, abbaiatori e in calore (così come previsto dalla normativa della Regione Puglia) e regola l’utilizzo del guinzaglio. Norme importanti a tutto beneficio della serenità degli ospiti e dei cani docili ed educati che potranno godersi senza timori tutti gli spazi a disposizione.
Il menu della taverna è fatto da prodotti a km zero provenienti dalle terre dei contadini che circondano il lido e dai pescatori della zona nel rispetto e nella valorizzazione delle bontà del territorio. Nell’ottica di un turismo che si rinnova nel rispetto della tradizione: «Quando abbiamo aperto noi – racconta l’imprenditore – arrivare in Puglia era un viaggio da esploratori. I turisti erano mosche bianche. Oggi è tutto cambiato. Il vero lusso sono privacy e relax: chi vive ‘comodamente’ tutto l’anno, si aspetta di vivere la vacanza allo stesso modo. Da noi tutto questo è assicurato dalla enorme distanza tra gli ombrelloni e tra i tavoli del ristorante. Forse, chi ha bisogno di farsi pubblicità sceglie alcuni luoghi cosiddetti ‘in’, ma un certo tipo di utenza rifugge i riflettori, almeno quando è lontana dal lavoro. Durante la vacanza, in albergo, si passa la vacanza dormendo, mentre in un lido si interagisce tutto il giorno con altri e con chi si prende cura dell’ospite, con coccole e sorrisi».
Per questo l’orizzonte che bisogna avere è le esigenze del cliente, che mutano con i tempi e che quindi bisogna essere sempre in grado di intercettare.
Santorsola è presidente regionale della Fiba (Federazione italiana imprese balneari) confesercenti: «La fascia di utenti che abbiamo è alto-spendente, ma la gente che spende non è certo stupida. Se alziamo i prezzi e non diamo i servizi i turisti non tornano. Dobbiamo puntare quindi su una offerta di qualità. Per questo abbiamo proposto la classificazione dei lidi con le stelle che è indispensabile nel tratto di costa tra Savelletri e Torre Canne per creare un rapporto di qualità- prezzo che sia calibrato su quanto viene offerto. Dobbiamo coccolare i nostri clienti, solo così potremo farli affezionare e innamorare». Perché, appunto, di Fasano t’innamori.