Nerina Di Nunzio: “La Puglia con meno domeniche”

Donna vulcanica, professionista attenta e interconnessa, la sua ultima incursione in Puglia non è passata inosservata. Nerina Di Nunzio, opinion leader ha macinato chilometri, scovando ristornati, botteghe e cocktail bar, alcuni sconosciuti anche agli stessi residenti, per assecondare la sua anima curiosa e intraprendente di comunicatrice sempre pronta ad anticipare le mode. Capello corto dorato, sorriso e abbigliamento sempre molto curato perché la femminilità non è solo una questione di genere. Insegna Food and Beverage Industry in inglese all’Unint presso la facoltà di Economia, è specialista di Alta Qualificazione presso l’Università Roma Tre per il Corso Scienze e Culture Enogastronomiche del Dipartimento di Scienze. Ha diretto per tre anni lo IED Roma (Istituto europeo di Design), per sette anni è stata direttore Marketing e Comunicazione di Gambero Rosso e del Master in Giornalismo Enogastronomico. Nel 2012 ha fondato Food Confidential agenzia di content creation, PR, marketing, eventi e comunicazione che quest’anno compie i suoi primi dieci anni d’attività, e ha diretto la scuola di Cucina della rivista “La Cucina Italiana” del Gruppo Condé Nast a Milano.

Hai appena terminato un tour che ti ha riportato in Puglia, che regione hai ritrovato soprattutto dal punto di vista enogastronomico?

Devo dire di aver trovato la Puglia in forma. Il segreto della Puglia sono i pugliesi con la loro testardaggine e il loro orgoglio. Anche la loro galanteria ed eleganza però. Nelle persone che ho incontrato ho colto come un desiderio prepotente di rientrare finalmente in sé stessi e riappropriarsi della propria identità, dopo due lunghi anni di pandemia. Una regione che oggi vuole essere la migliore versione di sé stessa riconoscendo le proprie potenzialità e passando all’azione senza attendere più. In Italia il Covid ha disilluso il Nord e incoraggiato il Sud. Al Sud, nella proverbiale attitudine a vedere il bicchiere mezzo pieno, il nostro settore enogastronomico non si è arreso. Il Sud è diventato un laboratorio di ricerca e test, i millenials hanno aperto ristoranti, start up, botteghe e hanno collaborato con chi aveva più esperienza di loro creando una catena positiva. Al Nord invece molti business sono falliti e nessuno ha avuto la sfrontatezza di investire durante e dopo la crisi. La resistenza del Sud è trainata forse da un’iniziativa più privata che pubblica, anche se devo ammettere che l’ufficio del Turismo della Puglia lavora molto bene. La mia discesa in Puglia, come mi chiedevi, riguarda anche la mia agenzia, Food Confidential comincia ad avere un buon numero di clienti sul territorio e la cosa mi rende molto felice.

Cosa ti ha sorpresa di quello che hai visto in Puglia?

Tutto quello che c’è, una cosa su tutte però sono sicuramente i suoi colori. Per esempio, anche se noi in Italia siamo abituati ai cieli azzurri, il cielo di Puglia ha una forma e consistenza a parte. Mi ha fatto pensare a uno dei più grandi artisti del XX secolo, l’abruzzese Ettore Spalletti. Spalletti diceva che se vuoi comprendere il cielo lo devi bucare. Il blu del cielo di Puglia è dolce e profondo, spazzato dai venti poi acquista profondità e grandezza, il vento lo buca e lo svela. In treno tra Lecce e Bari sono stata accompagnata dalle immagini degli ulivi e delle immense distese di fiori di tarassaco appena sbocciati tra i filari. Questa mescolanza di nuance verdi e argento delle foglie degli ulivi, la vitalità del giallo accesso dei fiori e lo sfondo del cielo hanno provocato in me una sincera commozione. Essere stata qui in questo periodo di transizione delle stagioni, tra l’inverno e la primavera, è stato fonte d’ispirazione e immagino sia lo stesso anche per i cuochi e i produttori che quotidianamente vivono in questi luoghi. Non ti ci abitui a una cosa così.

Quali sono i prodotti pugliesi a cui non riesci a rinunciare quando ritorni a casa?

Mi sono riportata a casa tante cose: dalle classiche orecchiette, ai taralli nelle loro moderne versioni, con farine integrali erbe e spezie, prodotti ormai evoluti rispetto alle vecchie ricette anche rispetto ai formati. Tutto è buono da voi, per non parlare della focaccia e dei panzerotti che però non ho portato via con me, ma che tornata a casa ho desiderato impastare e preparare con le mie mani. Questo grazie a un corso di due giorni realizzato dal mio cliente principale, che seguo da due anni: il Molino Casillo. Il corso era rivolto ai professionisti, ma io ho partecipato perché voglio imparare sempre di più e comprendere le esigenze di pizzaioli, panificatori, pasticceri. Con questa grande azienda stiamo lavorando da due anni con grande soddisfazione. Hanno intrapreso un percorso tutto nuovo incentrato sul re-branding, sulla qualità del prodotto, la salute e il gusto del consumatore, le necessità dei moderni professionisti e sulla ricerca del minore impatto sull’ambiente. Io la chiamo la rivoluzione degli impasti: panificazione, pizzeria, pasticceria e pasta le quattro P della felicità.

Vuoi menzionare qualcuna delle visite che hai fatto?

Ho scoperto un cocktail bar geniale a Corato per esempio, si chiama Bugs Tranquility Base. Ha le sembianze di un vero e proprio speakeasy, i ragazzi che lo hanno creato sono giovanissimi, uno di loro ha vissuto 9 anni a Londra. Non hanno solo questo progetto, vorrebbero lavorare anche con gli speciality coffee. Quando gli ho chiesto se Corato avrebbe apprezzato, loro mi hanno risposto di non aver paura e di voler sfidare i concittadini con proposte nuove. Qui al BUGS si mangiano anche cose buone con il pane del Panificio il Toscano che ho trovato di altissimo livello. Non ti dico altro però, perché ho sguinzagliato il nostro esperto di mixology che li raggiungerà presto per un’intervista che uscirà su Food Confidential magazine nei prossimi giorni.

A Trani, meravigliosa Trani, sono andata a trovare Felice Sgarra nel suo caffè bistrot StarPops, nato a novembre dell’anno scorso. Molto divertente la proposta tutto il giorno, dalla colazione alla cena e i corsi di cucina insieme al giovanissimo e talentuoso Nico Gentile. Il dolce lo abbiamo preso a Casa Sgarra dove si respira sempre una bella atmosfera internazionale. A Lecce ho dormito nell’imponente Palazzo BN, dove lo staff ha una marcia in più. Dal concierge allo chef del ristorante, tutti molto preparati e sorridenti, servizio serio, professionale ma leggero e fresco. Sono stata anche a Barletta trascinata da Lorenza Dadduzio di Cucina Mancina. Ho visitato il museo di Palazzo della Marra, perché l’arte moderna e contemporanea sono la mia vera passione e mi sono persa nella poesia delle opere di De Nittis. Cena da Lello dell’Antica Cucina, un personaggio di grande sapienza imprenditoriale e fantasia. Molto simpatico. Con lui, tra l’altro, abbiamo parlato del mio primo grande amico pugliese, Savino Muraglia che con il suo progetto sull’olio evo e il suo incarico Coldiretti a Roma ha dato tantissima visibilità alla regione da tempo.

A Trani ancora ho provato a pranzo il ristorante di Ognissanti. Un’aria glamour e chic curata e sfiziosa. Cocktail da urlo di Andrea Malcangio e piatti che incuriosiscono. Lo chef Danilo Partipilo ha un bellissimo rapporto con la materia prima, soprattutto il pescato. Non vedo l’ora di provare la SPA e soggiornare nelle stanze con vista porto. Vince il premio di Bar Pasticceria preferito dell’anno il Bar Centrale di Trani e Vito che ti disegna caffè e cappuccini personalizzati con messaggi pieni di vera mindfulness. Luogo vecchio stampo, autentico e intatto con pasticceria tradizionale direttamente dal laboratorio e ottimi lieviti.

Della stessa proprietà di Ognissanti c’è Bubbles, dove ho pranzato una volta e poi fatto una degustazione di vini. Un chiosco che potrebbe stare tranquillamente a Miami. Qui è la personalità e bravura di Tonino Divenuto che mi ha conquistato. Ho voglia di vedere anche il “Vecchio e il mare” quest’estate. Strepitosa invece la carne e la selezione di formaggi e salumi di Carlo De Iacob e Luca Moriero di Acquanegra a Castrignano dei Greci.

L’esperienza più bella però l’ho fatta a Lecce nel combinato disposto di Bros e l’anfiteatro che non avevo mai visto. Un’esperienza onirica inaudita e inattesa, sia il ristorante a pranzo che l’anfiteatro di notte. I Bros con tutto il loro magico mondo li ho raccontati sul mio sito www.foodconfidential.it con dovizia di particolari sentendo l’urgenza di suggerire al mondo di andarli a trovare. So che c’è ancora tantissimo da vedere e provare e sarò di nuovo in zona tra pochi giorni anche per un paio di pizzerie che stanno attirando la mia attenzione per un progetto che sto realizzando con MSC Crociere.

Le donne giocano un ruolo da protagoniste nel mondo dell’enogastronomia pugliese?

Sono molto contraria alle quote rosa, mi ha sempre dato fastidio essere trattata da sesso debole. In Puglia però posso dire di aver incontrato donne che, pur rivestendo ruoli apicali nelle aziende, non vengono adeguatamente menzionate e valorizzate dagli uomini. Donne che fanno un lavoro pazzesco di coordinamento e direzione e che non ambiscono al primo posto ma solo al risultato. Quindi donne che meritano stima e rispetto e forse anche qualche soldo di più nel salario. Forse la Puglia dovrebbe essere meno maschilista? No polemiche per favore, è solo un dubbio. Sono sempre pronta a cambiare idea.

Dieci anni di Food Confidential, com’è cambiato il modo di comunicare soprattutto dopo la pandemia?

A livello professionale devo ammettere che non ho mai vissuto un momento così bello e stimolante, lo percepisco proprio dai miei clienti che hanno voglia di recuperare il tempo perduto e di volerlo fare in modo consapevole. Il mondo della comunicazione è cambiato perché finalmente si è compresa l’importanza di produrre contenuti che siano di vero valore. Il nostro lavoro consiste nell’ascoltare il cliente e poi dargli voce. Ogni singolo atto o intervento di comunicazione deve essere ricco di senso. Nulla lasciato al caso, ma tutto autentico e spontaneo. Sembra una contraddizione, ma non lo è. La comunicazione serve a “controllare” il mercato. Quando facciamo anche solo un post sui social per esempio dobbiamo farci la domanda: a chi gioverà? È più importante tessere una conversazione fruttuosa, dare informazioni, confrontarsi che il numero dei follower. Like e follower sono solo vanity metrics. La domanda vera è quanto vendi? Quanti tornano da te? Quanti sono disposti a mettere la faccia per Te? La comunicazione non è un monologo, ma un dialogo tra azienda e consumatore o fornitore o tra partner. Per noi di Food Confidential solo chi fa qualità potrà fare una comunicazione vincente e non pecco di presunzione dicendo che i miei clienti me li scelgo. Anzi ci scegliamo a vicenda, proprio come nell’incontro d’amore. Non si possono più dire bugie o fare false promesse o vendere a tutti i costi qualcosa che non serve. Oggi le aziende devo rispettare l’ambiente, devono collaborare tra loro. Non si vince da soli o senza strategia.

Bisogna poi tornare in presenza, va bene la gestione dei social media, ma bisogna avere coraggio di fare eventi, di creare relazioni, di vedersi, toccarsi, esprimersi, fare tour gastronomici, roadshow e ospitate. Bisogna avere il coraggio di aprire le aziende, i laboratori, le cucine alle persone e ai colleghi. Bisogna fare eventi dentro e fuori dal paese. Bisogna creare un circuito di collaborazioni, tra produttori, ristoratori, albergatori, artisti, designer. Il mondo è sempre più ibrido, guai a chiudersi in un contesto. E poi sperimentare, sognare e creare anche dei processi sicuri con regole per realizzare prodotti e servizi in maniera coerente ed efficiente. Affidarsi ai consulenti che hanno esperienza. E poi fare comunicazione interna all’azienda, manuali, organizzazione soprattutto per migliorare gli standard e spendere meno. Basta che un solo cliente faccia un’esperienza negativa in un giorno no per la struttura, per farsi rovinare la reputazione.

Si parla tanto di turismo esperienziale, ma cosa si intende davvero?

Il turismo esperienziale deve avere in sé un contenuto memorabile, live like a local. Si va in vacanza in Puglia perché si ha voglia di sentirsi pugliesi e nei giorni in cui sono stata lì parlavo anche il vostro dialetto tanto avevo voglia di integrarmi. Con quella cadenza musicale trascinata che solo voi avete.

Il circolo virtuoso è questo: sogno una vacanza e comincio a cercare, trovo quello che mi interessa sul web, mi attivo per prenotare, arrivo a destinazione, vivo un’esperienza indimenticabile e la comunico sul web, qualcun altro la vede e comincia a sognare… Non abbiate paura di proporre la vostra storia a chi verrà in Puglia. Bisogna realizzare esperienze di vita vera e autentica, facendolo in modo professionale e osservando quello che fanno anche negli altri Paesi, senza metterci uno contro l’altro, cooperando per il bene comune del territorio. Se posso fare una critica vi esorto ad essere attivi anche nel week end, la domenica è il far west della Puglia. Negozi chiusi, musei e anche monumenti. Telefoni che squillano invano negli hotel con un addetto solo che sta facendo altre 6 cose. Se non fosse stato per l’amministratrice della società che gestisce il B&B dove ho soggiornato, il Fabris Palace residence: Patrizia Paladino, che gentilmente mi ha aiutato, non sarei potuta nemmeno rientrare a Roma. Non c’erano driver disponibili o taxi o treni o bus. Nei ristoranti basta con la fissazione del Km0, perché se si dovesse seguire questa linea alcuni piatti non potrebbero esistere. Si alla prima scelta sul territorio ma apertura ai prodotti delle altre regioni, è così bella la biodiversità italiana e offre tante opzioni per gli stranieri che viaggiano con gusti ed esigenze differenti.

 

Tuo figlio fa parte dei giovani che hanno preso sul serio la questione ambientale e la mettono in pratica nella loro vita, questo atteggiamento è frutto dei tuoi insegnamenti?

Ha fatto tutto da solo, a casa è lui che fa la differenziata, spegne le luci, mi rimprovera se compro cosmetici con troppo imballaggio, boicotta Amazon. È laureato in Scienze Ambientali ma è un fumettista, il suo obiettivo è salvare il mondo, regalando un po’ di leggerezza. Sono una ragazza madre e ho cresciuto mio figlio da sola, anzi lo abbiamo fatto io e lui insieme. Siamo cresciuti tanto, anche in questa pandemia. Vederlo oggi a soli 24 anni, uscire la mattina presto per andare ad insegnare ai ragazzi delle scuole medie come poter contribuire alla salvaguardia del Pianeta (portandosi dietro una stampante 3D da 6kg per dimostrare che dal tappo di una bottiglia si può ottenere un inchiostro che diventa materiale per realizzare un altro oggetto)  ad ogni lezione, mi riempie d’orgoglio. Ha un’alimentazione flexitariana, predilige però cibi vegetariani e vegani, senza rinunciare, in base alle circostanze, alle proteine animali. Il suo primo motto è non sprecare. Se c’è carne mangio carne.

Devo constatare che tutti i nostri giovani di oggi sono molto consapevoli e ben informati perché non vogliono essere strumentalizzati da nessuno e vogliono etichette chiare e comprensibili e sapere tutto sui prodotti. Non mi riferisco solo al cibo, ma anche ai vestiti e al resto. Non accettano compromessi né con l’industria e né con l’artigianato. Questo ci dia da pensare, perché sono loro i consumatori del futuro.

La Puglia e l’Italia tutta devono spingersi verso una sostenibilità seria, utilizzando anche gli scarti, in cucina e nella produzione di nuove energie. Per chiudere ci tengo a sottolineare che puntando sulle sue risorse, il mare, il cibo, la storia, l’arte e la natura, ma soprattutto i suoi uomini e le sue donne la Puglia può ambire a diventare internazionale. Locali nuovi, giovani al comando, antiche radici e meno domeniche o quanto meno più “aperte”.

Anche il riposo è importante!

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