Una tradizione millenaria lega la Puglia al suo simbolo per eccellenza, l’ulivo. I suoi tronchi ricurvi raccontano storie antichissime, le sue olive racchiudono prezioso oro liquido, ma le foglie hanno la giusta considerazione?
“Passeggiando nella nostra campagna, sentendo tutti quei profumi e vedendo queste chiome così ricche mi sono chiesta come mai le foglie non venissero utilizzate, anzi di solito sono ritenute uno scarto della lavorazione. Guardando questi rami pieni di foglie, che venivano poi accumulati e bruciati dopo la potatura, ho pensato che ci doveva essere un modo per riutilizzare questa ricchezza e quindi ho cominciato a chiedermi cosa farne”.
Da questo interrogativo nasce Pugliarello, un liquore all’ulivo naturale e artigianale, ideato da Lisella e suo marito Federico per celebrare i colori e i sapori della loro terra. Fonte d’ispirazione è la campagna di Ostuni, immersa tra uliveti secolari, dove la coppia barese ha trovato la sua oasi di pace. Dopo venti anni di vacanze estive in un villaggio turistico di Rosa Marina, Lisella e Federico, sposati da trenta, decidono di dare una svolta naturalistica alla loro vita e acquistare una casa in campagna. Un posto dove rilassarsi nel fine settimana e trascorrere le vacanze con l’intera famiglia, composta da due figli, Gregorio e Stefano e due cani, Era e Coquette. Un posto che regala nuove amicizie, luoghi da scoprire, bellissime serate sotto cieli stellati e che li conduce verso una strada sconosciuta fino a quel momento, quella imprenditoriale.
SPERIMENTAZIONE E RICERCA
Dopo aver tentato la strada poco soddisfacente degli infusi, memore dei tempi in cui Lisella aiutava suo padre nelle preparazioni dei liquori tradizionali, arriva l’idea giusta. In commercio è già presente il limolivo, a base di foglie di ulivo e bucce di limone, ma l’intento è di creare un nuovo liquore, in cui l’ingrediente principale emerga più degli altri. Il periodo di sperimentazione inizia con l’infusione delle sole foglie, per apprezzarne il sapore assoluto, capire come smorzare il gusto amaro ed esaltarne l’essenza. Segue la fase di selezione degli ingredienti da abbinare, durante la quale Lisella e Federico trascorrono intere giornate cercando, raccogliendo e masticando fiori e foglie. La ricerca è molto accurata, si prediligono piante reperibili durante tutto l’anno, che arricchiscano le proprietà benefiche e il sapore delle foglie di ulivo.
“Siamo arrivati a trovare la giusta formula facendo tante prove casalinghe e tanti assaggi, con molta calma, complice il periodo del lockdown. Casa nostra a un certo punto è diventata tipo casa Fantozzi, quando Pina si innamora del panettiere Cecco e il pane viene fuori da tutti gli stipi. Da noi, al posto degli sfilatini, venivano fuori bottiglie ovunque per tutte le sperimentazioni fatte per ottenere un sapore tondo e piacevole, senza che nessun profumo scavalcasse l’altro.”
I tentativi vanno avanti per un anno, finchè si raggiunge il giusto equilibrio con l’aggiunta finale del sedano, che dona la nota di freschezza che mancava al mix. L’approvazione definitiva arriva dai figli, senza i quali non avrebbero avuto il coraggio di lanciarsi in questa avventura imprenditoriale.
LAVORAZIONE ARTIGIANALE
Anche la ricerca di un liquorificio adatto richiede molto tempo e dedizione. I metodi di produzione più diffusi, infatti, prevedono l’uso delle essenze, mentre per il Pugliarello è necessaria la lavorazione per infusione. Una tecnica più complessa, con tempi più lunghi, per cui sono necessarie manodopera e tecniche tradizionali. Caratteristiche che Lisella e Federico ritrovano in un liquorificio artigianale di Monopoli.
“La produzione inizia raccogliendo tutti gli ingredienti nella nostra campagna, a cominciare dalla mattina presto, ed entro l’ora di pranzo li portiamo al liquorificio. In giornata vengono lavorati, cioè le foglie e i fiori lavati, gli agrumi lavati e sbucciati e poi subito messi in infusione. Questo perché ci teniamo a far si che la freschezza e i profumi delle foglie emergano quanto più possibile. Quindi segue la fase di infusione e decantazione di 45 giorni. Prima dell’imbottigliamento c’è la filtrazione, perché le foglie in infusione creano un importante deposito. La cosa bella è vedere i filtri che si colorano immediatamente di verde scuro, tanta è la clorofilla, e per questo devono essere cambiati continuamente. Viene fuori quindi un liquore assolutamente naturale e artigianale. Infine c’è l’imbottigliamento e l’etichettatura”.
ATTENZIONE AI DETTAGLI
Nulla è lasciato al caso, a partire dal design delle etichette, dove luminarie e rametti di ulivo richiamano la tradizione pugliese, fino allo stile della scrittura utilizzata, ispirata al passato. “Anche la ricerca delle bottiglie è stata impegnativa perché le abbiamo volute in uno stile non proprio comune, che fosse anche bello da vedere e quindi che desse importanza al prodotto”. Non meno meticolosa è stata la scelta dei formati, per soddisfare tutte le esigenze; la versione da un litro più conveniente per la ristorazione, mezzo litro per le famiglie, 50 ml e 100 ml utilizzate come bomboniere, souvenir o semplici idee regalo.
UN PRODOTTO DI NICCHIA
Pugliarello si sta facendo strada tra ristoranti, enoteche e bar, prestandosi non solo come classico fine pasto, ma anche come base per cocktail. La sua promozione, iniziata con il semplice passaparola tra amici e parenti, continua a crescere attraverso l’uso dei social, gestiti personalmente da Lisella.
“È da meno di un anno che abbiamo cominciato la produzione, era aprile del 2021, e in questo periodo sono venute fuori tante situazioni e contatti nuovi, che veramente mai avremmo immaginato di creare. Nuove amicizie con persone appassionate a questo tipo di prodotti, con cui nasce un bello scambio. Quindi speriamo di continuare a crescere, valorizzare le materie prime della nostra terra e far conoscere i nostri prodotti anche fuori dalla Puglia”.