Il Nero dei Conti Zecca, il vino principe della nuova enologia pugliese

Mi hanno sempre affascinato le fotografie d’epoca dei monumenti o dei paesaggi più belli. Un amico mi ha mostrato quella dei primi Novecento della sua Leverano, in cui la piazza principale era gremita di passanti che la popolavano come in un romanzo. Ecco, il mio racconto di oggi comincia così, con me che rivolgo una domanda sul vino locale a quegli uomini vestiti a festa che si accompagnano a donne con grandi cappelli come fossero delle attrici.

Chiunque di loro mi risponderebbe esaustivamente consigliandomi di assaggiare i vini dei Conti Zecca che qui, con Alcibiade hanno fondato una cantina moderna. La loro è una storia produttiva di lungo corso, che ha visto un’accelerazione qualitativa negli anni Novanta, in concomitanza con la rivoluzione del vino del Sud, grazie alla felice gestione e alle idee innovative dei fratelli Alcibiade, Francesco, Luciano e Mario, gli attuali proprietari.

Ricordo la prima volta che ho assaggiato il Nero dei Conti Zecca e ci ho fatto subito l’amore! L’amore perché concepire in Puglia all’epoca un blend con quota di vitigno internazionale, ha rappresentato un forte messaggio, quello di aprirsi ad un’enologia più moderna. L’enologo Giorgio Marone sfornò un 1997 epico, che allora conteneva in sé oltre che Negroamaro in sodalizio con Cabernet Sauvignon, anche la Malvasia Nera, oggi non più presente nel blend. Era un vino elegante e d’impatto al contempo, aveva del velluto al posto del tannino e profumi così dettagliati da sorprendere. E chi se lo scorda? Oggi la ricetta è ancora più perfezionata, gli anni sono passati e il Nero si è fatto sempre più complesso, con una bella stella da sfoggiare in petto per essere stato tra i vini Principe della nuova enologia pugliese.

Nero 2018 CONTI ZECCA

Negroamaro  –  Cabernet Sauvignon € 30

Veste rubino denso e luminoso. Allettante e gagliardo il naso di violetta e frutti selvatici, ciliegia, venatura balsamica e un ricco susseguirsi di toni più cupi di terra e spezie. Bocca dettata da mirabile estrazione tannica, giusto calore e un côté fresco di tutto rispetto che lascia intravedere la sicura longevità. Vino di rango da spendere su preparazioni importanti come la cacciagione da piuma. Sarà perfetto sul fagiano in umido.

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