Dalla Puglia all’altra parte del mondo per gestire un’attività di famiglia insieme ai suoi zii e cambiare completamente vita. Alessandro Acquaro, anni 41, è barese di nascita, ma dal 2009 vive in pianta stabile nell’isola caraibica che fa parte delle Piccole Antille. Ha deciso di navigare oltre Oceano perché qui rischiava di annaspare nella precarietà.
Più di undici anni fuori dall’Italia, in una terra paradisiaca, dove si occupa di gestire il ristorante dei suoi zii, Anna Pirrelli e Leo Valente, anche loro baresi. Il locale si chiama «Il tempio» ed è situato sulla costa ovest dell’isola che contra circa 300mila anime. Il ristorante è il locale italiano più antico della zona ed è molto apprezzato. Anna Pirrelli e Leo Valente lo hanno fondato più di 25 anni fa. Era il 1995 quando hanno avviato l’attività che nel tempo è diventato un punto di riferimento per tutti i turisti. Tra i clienti più affezionati c’era anche Luciano Pavarotti, che era un caro amico della coppia barese. Ogni anno il tenore andava a Barbados con altri amici italiani e li portava al Tempio. Il suo piatto preferito erano gli agnolotti ripieni di gorgonzola e pera e cucinati con salsa di crema alle noci.
Alessandro Acquaro ha raggiunto gli zii per la prima volta nel 2003 e si è subito innamorato del posto e della loro attività. Poi nel 2009 ha deciso di trasferirsi definitivamente. Lavorava in Italia come pubblicista e collaboratore occasionale di testale locali, troppo poco per dare stabilità alla vita e allora ha fatto le valigie e ha deciso di rischiare. A Barbados ha incontrato quella che poi sarebbe diventata sua moglie e ha messo su famiglia (ha anche un bambino, Gabriele, di 9 anni) e soprattutto ha avviato la carriera da ristoratore. È stato guest service manager al «The Tides» che ha un servizio da stella Michelin e al «The Cliff», che è stato nominato tra i primi 100 ristoranti al mondo qualche anno fa: «Poi però ho deciso di tornare dai miei zii dove l’atmosfera è decisamente più familiare e meno stressante», racconta Acquaro. Manca dall’Italia dal 2019, prima che il Covid bloccasse tutto, anche se alle Barbados la pandemia si è sentita solo di striscio: «L’anno scorso l’isola è stata chiusa per sei settimane – racconta Alessandro – la stessa cosa è accaduta quest’anno, ma la gestione della pandemia è andata molto bene e ormai la popolazione è quasi tutta vaccinata e quindi siamo molto tranquilli. Ovviamente essendo Barbados un’isola turistica abbiamo avuto contraccolpi, ma il nostro ristorante tutto sommato se l’è cavata bene, diciamo che abbiamo fatto un po’ di ferie forzate, ma siamo sopravvissuti. E poi qui si sta bene, c’è sempre il sole, il caldo, il mare». Una vita in vacanza. Insomma, anche quando si lavora e che rende il lavoro meno amaro in un posto da cartolina: «Si vive molto bene – ammette il barese – i turisti sono soprattutto inglesi, americani e canadesi. Barbados è una meta meno accessibile agli italiani perché non ci sono voli diretti per arrivare qui, ma comunque non mancano». E la cucina pugliese è molto apprezzata.
Il menu del ristorante è vario, ma principalmente basato su pasta fresca, pizze e secondi piatti italiani provenienti da diverse regioni. «Il menu si è adattato negli anni anche alle richieste della clientela, ma c’è sempre predisposizione a provare piatti nuovi – spiega il barese –. La ristorazione qui è diversa ed il cliente odia vedere pesce intero nel piatto e come crudo di mare predilige solo ostriche e tonno. La cucina italiana che proponiamo è apprezzata tutta, ma ovviamente la gente preferisce ordinare bruschette, lasagna, pizza e tiramisù perché vuole il tipico cibo italiano che è conosciuto all’estero. Lo stesso vale per i vini: Pinot Grigio e Chianti sono i più richiesti».
Il ristorante è proprio sul mare e il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia di sabbia bianca è la colonna sonora dei pranzi e delle cene degli avventori. Il ricordo dell’Italia è negli arredi e nell’atmosfera oltre che nei sapori inconfondibili della cucina: «Tornerei in Puglia, ma qui si sta troppo bene, forse è meglio venire in Italia solo in vacanza».