Amore o odio per il bulbo più famoso di Puglia, il Lampascione

Uno dei prodotti fortemente identitari della Puglia è senza dubbio il lampascione (muscari comosum o leopoldia comosa), ortaggio conosciuto sin dall’antichità da Egizi, Greci e Romani, al punto che il medico Galeno lo utilizzava abbondantemente nelle sue cure per sfruttarne le proprietà diuretiche, lassative e depurative.

Nella forma assomiglia ad un piccolo cipollotto e appartiene alla stessa famiglia delle Liliacee, ma il sapore è ben diverso dalla cipolla, decisamente più amaro. Tale caratteristica lo rende graditissimo a chi ama il gusto amaro, ma decisamente inviso a chi invece non lo sopporta. Il lampascione, infatti, lo si ama o lo si odia, non ci sono mezze misure.

Ma, a parte le sue caratteristiche di gusto che avremo modo di utilizzare in varie ricette, il lampascione è dotato di proprietà benefiche perché ricco di fibra, flavonoidi, sali minerali, potassio, calcio e fosforo. Le mucillaggini contenute al suo interno sono un toccasana per la salute intestinale ma, allo stesso tempo, possono provocare effetti aerofagici.

Consigliati, quindi, un paio di giorni in totale solitudine, perché gli effetti di una scorpacciata di questo meraviglioso bulbo possono risultare nocivi al prossimo!

Lo storico di Bari Alfredo Giovine, infatti, così ne parla in un articolo del 1977 sul giornale “La voce della regione”, raccontando le urla del banditore barese Maurucce:

”Uèèè le fèèèmmene, mettidev’a pposte le vìììscere. Oggn’e lambasciòne nu pèbbete ! Cherrìte da Velàse Mènza Ssciabbue, u sedetùre du quàrte matte ca le vènne abbàsce o pertòne de la case, apprìisse a Parlochicche du baccalà. Du rète nu solde. Fescìte angòre non l’acchiate cchiù. Amengepàte, mèèène” (A voi donne, riordinate le funzioni dell’intestino pigro. Ogni muscare un peto. Correte da Biagio Mezzasciabola, l’inquilino che abita al mezzanino di legno, che sta procedendo alla vendita giù nel portone della propria abitazione. Egli è di casa accanto a “Parlo chic”, parla in ghingheri il notissimo venditore di baccalà. Due rotoli, quasi due chili, un soldo. Affrettatevi, potreste non trovarli più. Anticipate, forza).

Il lampascione, però, a parte questa caratteristica – come dire – un po’ particolare, è alimento assolutamente sano e poverissimo di calorie, consigliatissimo in una dieta ipocalorica. Proponiamo di cucinarlo semplicemente lessato e condito con olio e aceto, o arrostito nella cenere del caminetto o della brace, impanato e fritto, o, ancora, in una saporitissima frittata.

Altro ottimo utilizzo è quello di friggerli a testa in giù nell’olio bollente finché si aprono come fossero dei fiori e poi accompagnarli con vincotto o miele, che vanno a contrastare meravigliosamente il loro gusto amarognolo. E’ un abbinamento davvero perfetto, anzi “magico”.

Personalmente li ho apprezzati tantissimo in una ricca insalata di polpo e gamberi, con rucola, olive, capperi e pomodori, oppure nella tradizionale tiella di agnello, patate e lampascioni tipica della Murgia.

Eppure lo stellato Angelo Sabatelli, bravissimo chef pugliese, è riuscito a domare l’amaro bulbo, inserendolo in un favoloso dessert, abbinato a dei golosi bonbon di cioccolato e gianduia con liquore al carciofo.

 

Foto Credits: Antonio Donadio

 

 

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