La medaglia d’Oro al collo. La Puglia nel cuore. Ventuno anni da compiere il prossimo tre novembre. Tre mesi fa l’emozione indescrivibile del titolo olimpico. Quella data, il 24 luglio 2021, per anni resterà impressa nella storia sportiva della sua città, Mesagne. Dalla provincia di Brindisi al trionfo di Tokyo: nella storia personale di Vito Dell’Aquila, oro nel Taekwondo alle recenti Olimpiadi, c’è l’orgoglio delle proprie origini.
Prima di essere un campione olimpico. Chi è Vito Dell’Aquila?
Vito Dell’Aquila è il classico ragazzo della porta accanto. Un semplice ragazzo con mille passioni, ma con quella più grande che è il Taekwondo.
Da dove nasce la passione per una disciplina sportiva che solo nel recente passato ha conosciuto, anche attraverso le tue vittorie, una maggiore diffusione anche mediatica?
La passione per questo sport me l’ha tramandata mio padre con la sua passione più generale per le arti marziali.
Quali sono state le maggiori rinunce per un ragazzo di appena 20 anni, nell’avvicinamento alle Olimpiadi?
Ho dovuto rinunciare a tanto per realizzare il mio sogno. Sono sempre a dieta e raramente mi posso permettere qualche sgarro, sono spesso lontano dalla mia famiglia e il divertimento viene spesso a mancare ma la passione che ho per questo sport mi permette di non pensarci tanto.
Sei di Mesagne, una città che finalmente sta riscoprendo una nuova vita. La tua Medaglia d’Oro a Tokyo ha sicuramente contribuito a far crescere la consapevolezza e quella voglia di riscatto della comunità. Che effetto fa essere parte integrante di questa rinascita?
Sono molto contento che ora di Mesagne si parli come una gran bella comunità, come è giusto che sia. Negli anni è diventata sempre più un’attrazione turistica ed è un orgoglio far parte della storia di questo paese.
Non è mai semplice per un ragazzo del profondo Sud affermarsi a certi livelli: tu sei riuscito a farlo. Oltre il talento, cosa hai avuto in più rispetto a tanti altri giovanissimi atleti, che invece hanno ad un certo punto della loro carriera hanno mollato?
Penso che la passione che ho io per il Taekwondo appartenga davvero a pochi. Poi sicuramente il mio essere ‘secchione’ mi ha aiutato a raggiungere i risultati che ho fino ad ora raggiunto.
Come è cambiata la tua vita dopo la Medaglia D’oro?
A parte il boom iniziale, non è cambiata sostanzialmente e va bene così. Ho ancora tanti anni di carriera davanti e ora penso a quello.
Puglia terra di sole, mare, distese di ulivi plurisecolari. Ma anche di passione e calore umano. E da qualche anno anche del Taekwondo. Un mix vincente che va oltre lo sport. Che significato ha per te l’aver contribuito a rendere tutti i pugliesi orgogliosi di quelle indimenticabili scene di gioia dopo la vittoria olimpica?
Sono molto felice di aver emozionato tante persone della mia terra. Le radici non si dimenticano mai e spero che alla gente sia arrivata la mia forte appartenenza a questo territorio.
Vito Dell’Aquila che pugliese è? Di cosa è più appassionato della sua regione d’origine?
Sono un amante della natura. Amo le campagne, qualsiasi essa sia. Amo correre all’aria aperta circondato dagli alberi di ulivo e ovviamente anche il mare, di cui non ci possiamo assolutamente lamentare.
C’è qualche piatto pugliese a cui non riesci a rinunciare?
Non so ben scegliere tra orecchiette al sugo, fatte in casa dalla nonna, la posta al forno che faceva nonno, i taralli, i pasticciotti leccesi ecc. Ecc. La Puglia è un’eccellenza anche e soprattutto dal punto di vista culinario.
Hai ancora una lunga carriera davanti a te. Come immagini però il tuo futuro? Qui in Puglia o in giro per l’Italia ed il mondo a coltivare i tuoi sogni non solo sportivi?
Immagino il mio futuro qui a Roma ad allenarmi e il più possibile in giro per il mondo a fare gare. Amo troppo viaggiare e sentire quell’adrenalina che solo una gara all’estero ti può dare.