Il caffè dà il buongiorno agli italiani, il caffè leccese, invece, è la bevanda più consumata dai pugliesi in estate. La versione del caffè leccese, con l’aggiunta di latte di mandorla spopola anche oltre i confini salentini, raggiungendo le tazzine dei bar di tutta Italia. Questa diffusione, così capillare, è dovuta dalla presenza dei pugliesi lungo tutta la Penisola, che hanno permesso al caffè leccese di superato i soliti confini regionali.
Molti credono che il “caffè al ghiaccio” sia un’invenzione tutta pugliese, ma le sue origini vanno ricercate in Spagna, mentre nel Salento arrivò agli inizi del XVII secolo. Il caffè al ghiaccio ha come antenato il “Caffè del Tiempo”, tipico di Valencia, dove ancora oggi viene servito con una fetta di arancia o limone. A dimostrazione di questa discendenza, c’è il fatto che, come illustrano alcuni documenti, agli inizi dell’Ottocento anche ad Otranto il caffè caldo veniva servito o con una buccia di limone verde o con la menta e con pezzi di ghiaccio (o meglio, spesso ancora neve ghiacciata).
In Italia, con il passare del tempo, si è perso il nome “valenciano” e con esso la fetta di limone, ma è rimasto l’amore per questa bevanda così rinfrescante; dato che una delle prerogative italiane è quella di sperimentare, soprattutto in cucina, il gusto aspro ma dissetante del limone lasciò il posto al sapore dolce e corposo del latte di mandorla, utilizzato al posto dello zucchero.
È nel Salento che il caffè con ghiaccio raggiunge l’apice del successo, soprattutto grazie alla famiglia di torrefattori salentini Quarta. Siamo a metà del ‘900 e Antonio Quarta possedeva l’unico bar in città che distribuisse ghiaccio picconato. Nasce per caso l’idea di unire il caffè a questo tipo di ghiaccio che peraltro è molto più resistente rispetto ai cubetti e può addirittura essere riutilizzato. Per completare la bevanda fresca si aggiunge il latte di mandorla, fondamentale per conferire al caffè il suo caratteristico sapore.
È una variante del caffè in ghiaccio anch’essa tipicamente salentina, chiamata anche “caffè leccese“ (prende nome dal capoluogo salentino), che prevede l’utilizzo del latte di mandorla come dolcificante sostituto dello zucchero. Si prepara il caffè espresso e senza zuccherarlo si versa in un bicchiere colmo dei pezzi di ghiaccio. Solo successivamente si aggiungono 2/3 cucchiai di latte di mandorla (che altro non è che uno sciroppo a base di zucchero e mandorle) che col sapore spiccatamente dolce, darà a questa variante dell’espresso il suo gusto tipico, melato e rinfrescante.
Il caffè leccese oltre ad allietare le mattine dei pugliesi è una bevanda perfetta per una pausa o dopo il pranzo, il suo gusto intenso e deciso, con l’aggiunta del latte di mandorla raggiunge un pizzico di dolcezza, che non guasta.