Chioma rosa e carattere testardo questi i tratti distintivi della chef Cristina Bowerman, “sono una persona testarda, quando miro ad uno obiettivo, lo focalizzo e cerco di colpire il bersaglio”. Oggi è alla guida del ristorante stellato Glass Hostaria di Roma, è la presidente degli Ambasciatori del Gusto e continua a promuovere il meglio del nostro Paese, cercando stimoli sempre nuovi. La Puglia è la sua terra d’origine, nasce a Cerignola, anche se i genitori si trasferiscono subito a Bari. Il suo cognome è Cristina Vitulli, quello Bowerman lo acquisisce sposando il marito americano. La sua caparbietà è un’eredità tramandatale dalla regione d’appartenenza e dal suo lungo soggiorno negli Stati Uniti ha colto il senso della meritocrazia e la certezza che ogni lavoro ha la sua dignità. Da adolescente frequenta il liceo linguistico, poi finiti gli studi universitari in giurisprudenza lascia la Puglia per trasferirsi a San Francisco, dove lavora nella coffee house Higher Ground, continuando con gli studi forensi.
L’interesse che gli suscita la cucina, unita all’innata predisposizione, la spingono a traferirsi ad Austin nel 1998 e nel 2003 arriva una nuova laurea, questa volta quella che le cambia la vita, in Culinary Arts. Inizia a definire il suo animo culinario al Driskill Grill, posto da cinque stelle per danarosi gourmet, dove apprende un concetto che l’accompagnerà nella sua lunga carriera, pulizia e concentrazione dei sapori.
Nel 2004 rientra in Italia, fermandosi a Roma dove trova Al Convivio di Angelo Troiani la sua prima cucina italiana, l’anno successivo varca le porte di Glass Hostaria, un luogo nel cuore di Trastevere, un ristorante legato a un concetto nuovo e dallo stile minimal, nel patron, Fabio Spada trova un compagno di vita, dalla loro relazione nasce anche il figlio Luca, e un valido imprenditore.
La partenza è in salita, poi il pubblico inizia ad arrivare e la sua cucina riesce a trovare la quadratura del cerchio: netta ma morbida, provocatoria ma con testa, riconoscibile, sincretica, gustosissima. L’attenzione verso la cucina della Bowerman sfocia nel 2010 con un riconoscimento importante e ottiene una Stella Michelin. «Non voglio essere statica, mi piace evolvere senza perdere il divertimento e la creatività». La sua dinamicità e perenne ricerca di nuove sfide la porta a realizzare nella Capitale un’impresa culinaria e imprenditoriale molto importante, nel cuore di Testaccio il suo Romeo Chef & Baker, ha l’ambizione di racchiudere anime variegate del mondo gastronomico, dal ristorante, al Bar, alla pizzeria, alla gelateria, dopo pochi anni questa avventura chiude e viene venduta e la Bowerman torna a concentrarsi nella cucina di Glass Hostaria.
Una vita così intensa e ricca di stimoli che la chef pugliese ha trasferito anche nella sua cucina, i suoi piatti sono la crasi delle sue origini mescolate alla lunga esperienza americana. Della sua terra ha conservato il gusto deciso e la fortuna di conoscere la materia prima, distinguendo e riconoscendo la qualità del pesce immediatamente, è un’amante dei gamberi crudi. Dall’America ha ricevuto il dono di saper accostare ingredienti completamente diversi, talvolta non facilmente reperibili.
Credits foto: Brambilla Serrani – Emanuele Camerini